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Il bilancio del 2014 e le sue regole

23/05/2014 Mario Santo
Nel Consiglio comunale del 14 aprile è stato presentato il bilancio di previsione del 2014 che si pone tre obiettivi: a) equilibrio tra entrate e spese correnti; b) reperimento delle risorse finanziarie necessarie per investimenti essenziali in città; c) rispetto del Patto di stabilità, ovvero garanzia allo Stato che il Comune fornirà il contributo che gli è richiesto per la riduzione del Debito nazionale.

 

(Chi fosse interessato ad entrare nel dettaglio delle entrate e delle spese, può trovarle nel Sito del Comune http://www.comune.saronno.va.it/servizi/notizie/notizie_fase02.aspx?ID=9555 ).

Il bilancio del 2014 prevede, in particolare, il pareggio tra entrate e spese correnti senza aumento di tasse locali, a carico dei cittadini, rispetto al 2013.

Dati i tempi mi pare una buona notizia, ma a quanto pare non lo è per le opposizioni che, prima ancora che si aprisse la discussione, hanno abbandonato l’aula, accusando l’Amministrazione di indisponibilità al confronto. Niente di più contrario alla verità: l’Amministrazione ha segnalato in tutte le occasioni possibili l’obbligo, posto dal Governo, del pareggio di bilancio, come pure l’introduzione di tasse locali con nomi nuovi ( Tasi : tassa sui servizi indivisibili) che in realtà sostituiscono, con gettito più basso, tasse solo formalmente soppresse ( IMU abitazione principale).
Ha ,inoltre, fatto precedere la riunione del Consiglio da un lungo lavoro di preparazione del Piano degli Investimenti, nel quale si elencano le opere pubbliche che intende avviare. Ricordo che il piano, pubblicato fin da settembre 2013, è stato portato a conoscenza delle opposizioni, che ne hanno preso visione e fatto pervenire i loro suggerimenti. Ma in Consiglio se ne sono dimenticati: peccato, sarebbe stato utile discutere insieme, maggioranza e opposizione, delle regole di formazione del bilancio. Perché i bilanci, oggi più che mai, si confezionano, come un vestito su misura, per il modello di società che si aspira a realizzare.

Nel dopoguerra la priorità era il lavoro e il bilancio prevedeva interventi pubblici per promuovere lo sviluppo. Oggi, finiti nel buco nero della crisi della finanza, l’idea base è “ conti in ordine e sobrietà di vita”. Anche la sinistra, che negli ultimi anni non ha prodotto riflessioni di rilievo sul tema, si scontra con i rigoristi che chiedono “ conti in ordine”, che nel linguaggio corrente vuol dire taglio al “ Welfare”.
Ma non bastano i tagli al welfare, servono nuovi soldi: di qui le varie TARES, TARI, TASI, IMU … che calano dall’alto e si scaricano sui cittadini, mentre lo Stato centrale taglia le risorse dei Comuni.
Quella in atto è una grande operazione di aumento della pressione fiscale in un Paese che non ha mai voluto affrontare seriamente il problema dell’evasione. La crescita se verrà, sarà modesta per tante ragioni e quindi non ci resta che impostare bilanci secondo regole adeguate ai tempi:
a) definizione corretta delle priorità nell’ impiego delle risorse, che per noi vuol dire soprattutto scuola che è il vero capitale del futuro e servizi sociali per aiutare chi si aiuta;
b) avanzo corrente sufficiente a coprire il rimborso delle quote annuali dei mutui esistenti;
c) finanziamento dei nuovi investimenti con risorse proprie e debiti sostenibili, ovvero che si è in grado di rimborsare senza fare debiti nuovi per estinguere debiti vecchi. Insomma anche nei bilanci dobbiamo riportare la persona al centro delle scelte e assumere decisioni compatibili con la tutela del Lavoro.

 

Mario Santo
Assessore alle Risorse economiche, Lavoro, Commercio, Attività produttive e Società partecipate

 

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